Commemorazione del centenario della morte

Mario Pratesi

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Mario Pratesi:
INTRODUZIONE

Mario Pratesi, 1861.
Mario Pratesi, 1861. Mario Pratesi fonds, F69. 2009.19, Box 5, File 7, P04. Victoria University Library Special Collections.

Mario Pratesi nacque nel 1842 a Santa Fiora sul Monte Amiata vicino a Grosseto, Italia. Bambino sensibile, non si liberò mai dello spettro assillante di aver visto la madre morta; un bambino di quattro anni che cercò disperatamente di svegliarla, mentre lei giaceva, come da tradizione, in casa prima del funerale. Una giovinezza cupa, lo scrittore entrò in ospedale a causa di una forte depressione. Dimesso dal sanatorio, egli sapeva di voler scrivere. Il padre, premuroso e preoccupato nonostante il suo atteggiamento esigente e patriarcale, aveva sperato di rafforzare questo suo terzo figlio mandandolo in una scuola militare, facendogli seguire le orme dei fratelli Tito e Dante. Ma Mario si ribellò. Lasciò Siena, città della sua adolescenza, per trasferirsi nella più cosmopolita Firenze, dove un nuovo mondo gli si aprì davanti. Ma non il mondo dello scrittore. Invece, sotto la pressione del bisogno ineluttabile di una fonte sicura di reddito, diventò infine insegnante. Ma ogni giorno si rammaricava del tempo che questa professione gli richiedeva. A detta di tutti, fu un insegnante attento e premuroso.

Mario Pratesi, ca. 1865.
Mario Pratesi, ca. 1865. Mario Pratesi fonds, F69. 2009.19, Box 5, File 7, P05. Victoria University Library Special Collections.
Mario Pratesi, [n.d.].
Mario Pratesi, [n.d.]. Mario Pratesi fonds, F69. 2009.19, Box 5, File 9, P12. Victoria University Library Special Collections.

Nonostante questo, continuò a nutrire il suo sogno di scrivere; quando le lezioni finivano, messi da parte i compiti e gli esami dopo le correzioni e le valutazioni, lui si dedicava alla sua vocazione. Scriveva. Scriveva articoli di giornale, recensioni, memoriali per vari quotidiani e riviste. Scriveva racconti, novelle, diari di viaggio e, in queste ore sottratte ai suoi crescenti impegni legati al mondo dell’istruzione e alla sua burocrazia, scriveva anche romanzi: Jacopo e Marianna (titolo originale Le Viole di Marianna, 1871), Da Fanciullo. Memorie del mio amico Tristano (1872), L’eredità (1889), Il Mondo di Dolcetta (1896, 1916) Le Perfidie del caso (1898) e Il Peccato del dottore (1902). Gli amici riconobbero il suo talento e lo incoraggiarono; sia a livello morale che economico. Pratesi andò in pensione nel 1906, riconosciuto e rispettato come autore. Alcuni dei suoi migliori racconti dovevano però ancora esser scritti, poichè finalmente dedicò tutto il suo tempo alla scrittura. Nonostante la povertà e la malattia incurabile, continuò a scrivere ed a sperare che le sue opere rimanessero per i lettori futuri. Secondo alcuni critici Pratesi fu un esempio della versione toscana del Verismo. Ma dopo la sua morte senza eredi diretti nel settembre del 1921, nessuno promosse i suoi lavori e man mano che anche i suoi amici morivano, Pratesi divenne, come molti autori della sua epoca, una nota a piè di pagina nelle storie di letteratura italiana.

Mario Pratesi, [n.d.].
Mario Pratesi, [n.d.]. Mario Pratesi fonds, F69. 2009.19, Box 5, File 8, P07. Victoria University Library Special Collections.
Mario Pratesi, [n.d.].
Mario Pratesi, [n.d.]. Mario Pratesi fonds, F69. 2009.19, Box 5, File 9, P11. Victoria University Library Special Collections.


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